Conoscere le Ragadi
Le ragadi sono piccole lesioni cutanee che si sviluppano in aree spesso soggette a stress o attrito. Queste ferite, apparentemente piccole, possono causare intenso dolore, disagio e, in alcuni casi, sanguinamento. Riconoscere i sintomi, comprenderne le cause e adottare strategie terapeutiche adeguate sono passi fondamentali per prevenire complicazioni e favorire la guarigione.

RAGADI: COMPRENDERLE, TRATTARLE, PREVENIRLE
Le ragadi sono una condizione molto comune che può interessare diverse aree del corpo, causando disagio e, talvolta, complicazioni significative. Si tratta di piccole lacerazioni della pelle o delle mucose, spesso localizzate in aree particolarmente sensibili. Comprendere ragadi significa riconoscerne i sintomi principali e identificare i fattori scatenanti, come microtraumi, secchezza della pelle o infezioni locali.
Il termine “ragade” deriva dal greco rhagades, che significa “spaccatura”, un nome che descrive con precisione la loro natura.
COSA SONO LE RAGADI?
Le ragadi sono sottili lacerazioni che colpiscono la pelle o le mucose, assumendo una forma simile a piccoli tagli netti e lineari. Sebbene queste lesioni siano generalmente superficiali, interessando strati come l’epidermide e, in alcuni casi, il derma, possono risultare molto dolorose, specie quando si trovano in aree soggette a movimenti frequenti o pressione, come l’ano o le labbra.
La loro lunghezza raramente supera i pochi centimetri, ma l’intensità del fastidio che provocano può interferire con le normali attività quotidiane. Nella maggior parte dei casi, si manifestano come semplici lesioni asciutte, ma in presenza di complicazioni possono produrre secrezioni o mostrare segni di infezione.
Alla base della comparsa delle ragadi vi è spesso una perdita di elasticità della pelle. Questo fenomeno può essere favorito da fattori ambientali, come esposizione a temperature estreme, sfregamenti prolungati o l’uso di prodotti irritanti. Non di rado, queste lesioni sono collegate a disturbi cutanei o stati infiammatori, tra cui psoriasi, dermatite, emorroidi o infezioni come la cheilite angolare.
Ragadi anali ed emorroidi: quali sono le differenze?
Sebbene ragadi anali ed emorroidi interessino spesso la stessa area anatomica, ovvero la regione anale, si tratta di condizioni ben distinte per origine, sintomi e trattamento.
Le ragadi sono piccole lacerazioni lineari della mucosa anale, generalmente causate da traumi locali, come il passaggio di feci dure o problemi legati a una ridotta elasticità della pelle. Si manifestano con dolore intenso, spesso descritto come una sensazione di taglio o bruciore durante e dopo la defecazione, accompagnato talvolta da tracce di sangue vivo.
Le emorroidi, invece, sono dilatazioni dei vasi sanguigni presenti nel canale anale. Possono causare sintomi come sanguinamento, prurito, gonfiore e, in alcuni casi, prolasso. Il dolore è generalmente meno acuto rispetto a quello delle ragadi, tranne nei casi di trombosi emorroidaria.
Tipologie di ragadi
Le ragadi possono formarsi in diverse parti del corpo, manifestandosi come lacerazioni superficiali, spesso dolorose, che interessano aree particolarmente soggette a stress, attriti o esposizioni a fattori ambientali. Ecco le principali categorie:
Ragadi anali
Questa forma di ragadi si verifica quando la mucosa del canale anale subisce una lacerazione, spesso causata dal passaggio di feci dure o voluminose e possono essere classificate in due tipi principali:
- Ragadi interne, che si formano sopra lo sfintere anale;
- Ragadi esterne, localizzate all’altezza dello sfintere.
Altri fattori come diarrea, interventi chirurgici pregressi o infiammazioni locali possono contribuire alla loro comparsa. Le ragadi anali si distinguono per il dolore intenso, soprattutto durante e dopo la defecazione, e la presenza di tracce di sangue vivo. Nei casi più gravi, possono causare secrezioni e prurito, rendendo difficile svolgere le normali attività quotidiane.
Ragadi delle labbra
Queste ragadi, che colpiscono gli angoli della bocca o la superficie delle labbra, sono spesso il risultato di una condizione infiammatoria nota come cheilite. Si presentano con fessure dolorose che possono peggiorare con il movimento della bocca o in condizioni di clima rigido.
Ragadi al seno
Particolarmente comuni nelle donne in allattamento, queste lacerazioni sono causate dall’azione meccanica della suzione del neonato e dalla saliva, che tende a macerare la pelle. Postura scorretta durante la poppata, capezzoli introflessi o frenulo corto del bambino possono aggravare la situazione. Queste ragadi possono provocare sanguinamento e dolore intenso, rendendo necessaria una gestione adeguata per evitare infezioni o complicazioni.
Ragadi su mani e piedi
Le ragadi su mani e piedi si sviluppano soprattutto durante i mesi invernali, quando il freddo e la secchezza dell’aria compromettono l’elasticità della pelle. Le mani, essendo più esposte agli agenti esterni, sono maggiormente soggette a questa condizione, specialmente nelle zone delle nocche, degli spazi interdigitali e attorno alle unghie. Sui piedi, invece, le ragadi si localizzano più frequentemente a livello dei talloni, dove la pelle è sottoposta a pressione e attrito. Queste lesioni possono essere molto dolorose, specialmente in caso di movimento o contatto con sostanze irritanti.
Ragadi vaginali
Le ragadi vaginali sono una condizione meno comune rispetto ad altre tipologie di ragadi, ma possono causare un notevole disagio. Queste lesioni si presentano come sottili lacerazioni nella mucosa vaginale o nell’area vulvare e sono spesso associate a fattori come secchezza vaginale, rapporti sessuali dolorosi o traumi locali. Possono manifestarsi con sintomi quali dolore, bruciore e fastidio, specialmente durante l’attività sessuale, la minzione o l’igiene personale.
Quali sono le cause delle ragadi?
Le ragadi si sviluppano quando la pelle perde elasticità e resistenza, diventando fragile e incline a sottili lacerazioni. Questa condizione può essere causata da una combinazione di fattori che alterano l’equilibrio cutaneo, tra cui:
- Condizioni climatiche estreme: freddo intenso, vento o caldo eccessivo possono disidratare e irrigidire la pelle, rendendola più vulnerabile.
- Esposizione prolungata all’umidità: mani o piedi che restano bagnati a lungo senza essere asciugati correttamente tendono a macerarsi, indebolendo la barriera cutanea.
- Traumi meccanici ripetuti: sfregamenti, movimenti ripetitivi o pressione costante possono danneggiare le aree più delicate della pelle.
- Uso di sostanze chimiche aggressive: detergenti, solventi o prodotti non adatti possono impoverire il film protettivo della pelle, favorendone la secchezza.
- Malattie infiammatorie o dermatologiche: condizioni come psoriasi, dermatiti o eczema possono alterare la struttura della pelle e renderla più fragile.
Questi fattori, spesso combinati, riducono la capacità della pelle di adattarsi agli stress quotidiani, provocando fessurazioni che possono insorgere in varie zone del corpo.
SINTOMI E SEGNI
Le ragadi si distinguono per alcune caratteristiche specifiche che le rendono facilmente riconoscibili:
- Dolore localizzato e intenso: è il sintomo predominante, spesso descritto come un bruciore o una fitta acuta che si intensifica con il movimento o il contatto diretto con l'area interessata.
- Sensazione di tensione cutanea: la pelle attorno alla ragade appare tirata e fragile, con un costante senso di disagio, soprattutto in regioni soggette a stiramenti frequenti.
- Sanguinamento e secrezioni: nelle fasi più avanzate, le ragadi possono sanguinare leggermente o rilasciare un liquido sieroso, segno di una lesione più profonda. Questo è particolarmente evidente nelle ragadi anali o dei capezzoli.
- Callosità circostanti: se trascurate, le ragadi possono evolversi formando un tessuto ispessito attorno alla lesione, che rende la guarigione più complessa.
- Interferenza con le attività quotidiane: il dolore e la sensibilità associati possono limitare azioni comuni, come camminare (nel caso di ragadi ai piedi), scrivere o lavarsi le mani (per quelle alle mani) o defecare (per quelle anali).
In particolare, una caratteristica fastidiosa è la loro ripetuta comparsa nelle stesse zone, soprattutto se le condizioni predisponenti non vengono trattate adeguatamente.
Complicazioni
Le ragadi, se non trattate tempestivamente, possono portare a complicazioni che peggiorano il quadro clinico e richiedono interventi più complessi. La lesione cutanea, pur essendo superficiale, rappresenta una porta d’ingresso per microrganismi, predisponendo all’insorgenza di infezioni secondarie.
Nel caso delle ragadi del capezzolo o dell’areola mammaria, il rischio principale è lo sviluppo di una mastite, un’infiammazione che può causare dolore intenso, gonfiore e febbre, interferendo con l’allattamento.
In altre localizzazioni, come l’area anale, le ragadi possono cronicizzarsi, provocando ispessimenti cutanei (come i polipi sentinella) o complicazioni infettive, che possono estendersi ai tessuti circostanti.
In alcuni casi, i sintomi possono aggravarsi per la presenza di fattori irritanti come saponi aggressivi, sudorazione o eccessivi sfregamenti, aumentando la sensazione di fastidio e ritardando il processo di guarigione.
Diagnosi delle ragadi
La diagnosi delle ragadi è un processo clinico semplice che si basa sull’osservazione diretta della lesione per distinguere la patologia da altre possibili condizioni cutanee o mucose.
Nei casi più complessi, o se si sospettano patologie sistemiche o dermatologiche specifiche, il medico può richiedere ulteriori indagini, come test cutanei o esami del sangue, per identificare eventuali fattori scatenanti meno evidenti.
PREVENZIONE
Adottare alcune semplici accortezze può ridurre significativamente il rischio di sviluppare ragadi, agendo sui fattori che rendono la pelle più fragile e meno elastica. La prevenzione si basa principalmente sulla cura quotidiana della pelle e sulla protezione da elementi irritanti o dannosi.
Ecco alcune strategie utili per prevenire la comparsa delle ragadi:
- Idratazione regolare: mantenere la pelle ben idratata è essenziale per preservarne l’elasticità. Applicare creme emollienti o idratanti, soprattutto dopo il bagno o la doccia, aiuta a ripristinare il naturale equilibrio cutaneo.
- Asciugare accuratamente la pelle: dopo il contatto con acqua, saponi o detergenti, è importante asciugare con cura le mani, i piedi o altre aree sensibili per evitare macerazioni.
- Protezione dal freddo: nei mesi invernali, è fondamentale proteggere le mani e il viso dall’esposizione al vento e alle basse temperature utilizzando guanti, sciarpe o balsami protettivi per le labbra.
- Limitare l’uso di detergenti aggressivi: preferire saponi delicati, privi di sostanze irritanti, per evitare di alterare il film protettivo della pelle.
RIMEDI NATURALI
I rimedi naturali possono offrire un valido supporto nel trattamento delle ragadi, contribuendo a ridurre il dolore, favorire la cicatrizzazione e migliorare la salute generale della pelle. Questi approcci, pur non sostituendo i trattamenti medici in caso di lesioni gravi o complicate, possono rappresentare un’ottima opzione per prevenire e alleviare i sintomi nelle fasi iniziali.
Tra i principali rimedi naturali:
- Aloe vera: grazie alle sue proprietà lenitive, idratanti e rigeneranti, il gel di aloe vera può essere applicato direttamente sulla ragade per calmare il dolore e favorire la guarigione.
- Olio di cocco: ricco di acidi grassi essenziali, l’olio di cocco aiuta a mantenere la pelle morbida e idratata, riducendo la secchezza che può aggravare le lesioni.
- Miele: noto per le sue proprietà antimicrobiche e cicatrizzanti, il miele può essere utilizzato come impacco naturale per proteggere la zona colpita e accelerare la riparazione dei tessuti.
- Olio d’oliva: un ottimo emolliente naturale, l’olio d’oliva contribuisce a mantenere la pelle elastica, prevenendo ulteriori lacerazioni.
- Burro di karité: ricco di vitamine e sostanze nutrienti, il burro di karité aiuta a rigenerare la pelle e a ridurre le irritazioni.
- Camomilla: applicare impacchi a base di camomilla, grazie alle sue proprietà lenitive e antinfiammatorie, può ridurre il rossore e il disagio associati alle ragadi.
TRATTAMENTI MEDICI
Il trattamento delle ragadi mira a favorire la guarigione della pelle, alleviare il dolore e prevenire complicazioni. Le terapie si concentrano sulla riparazione dei tessuti danneggiati e sul ripristino delle condizioni cutanee ottimali, adattandosi alla gravità delle lesioni.
- Terapie locali: il primo approccio terapeutico prevede l’applicazione di creme cicatrizzanti e idratanti, che supportano la rigenerazione cutanea e riducono la secchezza della pelle. Per lesioni più profonde o in caso di infezioni, il medico può consigliare pomate antibiotiche o, nei casi di forte infiammazione, creme a base di cortisone per ridurre il gonfiore e il disagio.
- Prodotti protettivi: esistono soluzioni specifiche per ragadi su mani e piedi, come cerotti o fluidi protettivi che formano una pellicola isolante sulla lesione. Questi prodotti proteggono la pelle dalle aggressioni esterne, evitano la riapertura della fessura e accelerano il processo di cicatrizzazione.
- Interventi avanzati: in situazioni in cui le ragadi persistono nonostante i trattamenti locali, potrebbe essere necessario considerare approcci più invasivi. Ad esempio, per ragadi anali croniche o complicate, il medico potrebbe proporre piccoli interventi chirurgici per favorire la guarigione definitiva.
MEDICINA INTERATTIVA: TRATTAMENTI DI NUOVA GENERAZIONE A BASE VEGETALE
Negli ultimi anni, la ricerca dermatologica ha compiuto passi significativi nel trattamento della pelle. Accanto ai rimedi tradizionali e ai trattamenti medici, si sono sviluppate nuove soluzioni basate sull’uso di ingredienti naturali: questo approccio innovativo, che possiamo definire “medicazione interattiva”, mira non solo ad alleviare i sintomi, ma anche a promuovere una rigenerazione naturale e duratura della pelle.
Tra i trattamenti topici della medicazione interattiva, il prodotto Hyperoil® si distingue per il trattamento delle ragadi. La sua formulazione vegetale, basata sulle proprietà del Neem e dell’Iperico, è progettata per offrire sollievo e favorire la rigenerazione dei tessuti senza irritare ulteriormente la pelle. Questo prodotto viene fornito con un applicatore specifico, che facilita l’applicazione precisa del gel direttamente sulla lesione.
Durante la fase acuta, si consiglia di applicare Hyperoil® gel mattina, sera e dopo ogni igiene per i primi 5 giorni. Una volta osservato un miglioramento dei sintomi, l’applicazione può essere ridotta a una volta al giorno, preferibilmente la sera, e dopo l’igiene quotidiana. Il trattamento dovrebbe proseguire per almeno 15 giorni o fino alla completa scomparsa dei sintomi.
Oltre a prevenire le infezioni e stimolare la detersione e l'attività fibrinolitica, i prodotti della linea Hyperoil® sono medicazioni interattive che non richiede l'uso di disinfettanti o altre medicazioni primarie, rendendoli un trattamento pratico ed economico.
CONSIGLI GENERALI PER IL TRATTAMENTO
Affrontare le ragadi richiede un approccio mirato che combini rimedi efficaci e buone pratiche quotidiane.
Con le cure adeguate e una gestione attenta, le ragadi generalmente guariscono entro 15-20 giorni. Tuttavia, per evitare recidive, è fondamentale associare il trattamento medico a una routine preventiva che protegga la pelle e ne preservi la salute.
TIPS:
- Prima di applicare qualsiasi rimedio, pulire delicatamente l’area interessata per evitare infezioni.
- I rimedi naturali devono essere utilizzati con costanza, almeno una o due volte al giorno, per ottenere risultati visibili.
- Se i sintomi non migliorano o la ragade peggiora, è fondamentale consultare un medico per valutare ulteriori interventi.
- Integrare nella dieta cibi ricchi di vitamina E, vitamina C e omega-3 favorisce la salute della pelle e accelera i processi di guarigione.
- Usare guanti, calze o balsami protettivi nelle stagioni fredde o quando la pelle è esposta a sfregamenti o traumi.
Particolare attenzione deve essere posta da chi è più predisposto al problema, come le persone con pelle sensibile o chi pratica attività che prevedono frequenti contatti con l’acqua o con sostanze irritanti. In questi casi, seguire scrupolosamente le indicazioni mediche e adottare misure preventive è fondamentale per evitare recidive e favorire una guarigione completa.
La costanza nel trattamento e l’adozione di buone pratiche quotidiane possono fare la differenza nel processo di guarigione, migliorando significativamente la qualità della vita.
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Che differenza c’è fra rigenerazione e riparazione (cicatrizzazione) dei tessuti?
In caso di lesione il riflesso fisiologico dell’organismo e quindi dei tessuti è quello di evolvere verso un processo rigenerativo e/o riparativo.
La differenza fra questi due meccanismi è:
- Rigenerazione:
i tessuti danneggiati vengono rimpiazzati con cellule dello stesso tipo. - Riparazione:
i tessuti danneggiati vengono sostituiti con tessuto connettivo (fibrosi).
Perché l’utilizzo di anti-infiammatori steroidei per uso topico (pomate al cortisone) è sconsigliato per curare una lesione?
Gli anti-infiammatori steroidei provocano l’arresto del processo cicatriziale, piaghe torpide, favorendo lo sviluppo di infezioni batteriche e fungine.
Perché per curare una lesione è sconsigliato l’utilizzo di disinfettanti?
I disinfettanti (a base di iodio, cloro, perossido di ossigeno, ecc…) sono notoriamente istolesivi. Utilizzati per scongiurare i rischi di infezione, diventano essi stessi dannosi per la riparazione tessutale, essendo dei potentissimi inibitori della proliferazione cellulare, sia dei fibroblasti che dei cheratinociti.
L’utilizzo di disinfettanti, a seconda delle fase della lesione, provoca questi effetti:
- re-innesco del processo infiammatorio;
- prolungamento patologico della fase infiammatoria;
- mancata progressione verso la fase di granulazione;
- arresto della fase di granulazione;
- inibizione della riepitelizzazione;
- fibrotizzazione della cicatrice (cicatrizzazione di cattiva qualità).
Quali sono le fasi di guarigione di una ferita?
Le fasi di guarigione di una ferita sono tre:
- Fase 1: essudativa o infiammatoria o detta anche di detersione
- Fase 2: granulazione o fase proliferativa (formazione tessuto di granulazione)
- Fase 3: epitelizzazione o fase rigenerativa (formazione cicatrice ed epitelizzazione)
Che cosa significa “medicazione primaria”?
Una medicazione primaria è quella che viene posta a diretto contatto con i tessuti lesi e che interagisce con i processi fisiologici della lesione.
Che cosa significa “medicazione secondaria”?
Una medicazione secondaria non interagisce con la ferita, ma serve a:
- riempire una cavità per assorbire l’essudato in eccesso e mantenere la medicazione primaria sulla lesione;
- coprire una lesione per proteggerla e al contempo assorbire essudato in eccesso e mantenere la medicazione primaria sulla lesione;
- fissare altre medicazioni secondarie e/o la medicazione primaria sulla sede della lesione.
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